Mercoledì 31 marzo 2021

Studio Geoarcheologico della provincia di Treviso

Natura e ambiente

Nel 2014 si è completato il progetto, avviato nel 2007, di studio geoarcheologico della Provincia di Treviso che ha portato alla pubblicazione dei risultati in un volume con allegata cartografia di riferimento anche su supporto informatico.

Il progetto è stato curato dal Prof. Aldino Bondesan, docente presso l’Università di Padova, in collaborazione con l’Amministrazione Provinciale di Treviso e la Fondazione Cassamarca.

Obiettivo del progetto è stato quello di descrivere i rapporti funzionali tra territorio e paesaggio archeologico. Per la prima volta si è rappresentato in una carta l’insieme dei siti archeologici provinciali distinti per contesto ed età. Sono stati rappresentati la viabilità antica e le centuriazioni, i ponti e le necropoli, i miliari e gli edifici antichi, i cui rilievi siano stati pubblicati nella letteratura specifica. Le informazioni archeologiche sono inserite nel contesto geomorfologico del territorio provinciale, mettendo così in luce i rapporti funzionali e di interdipendenza tra gli elementi naturali e le presenze antropiche. Studi analoghi erano già stati condotti nel passato, particolarmente nella pianura veneta; ma nel caso della Provincia di Treviso si tratta dello strumento conoscitivo più dettagliato ed esaustivo.

La realizzazione di questo progetto si affianca sinergicamente alle attività in corso di svolgimento nell’ambito del Protocollo d’Intesa siglato nel 2005 tra l’Università di Padova, la Provincia di Treviso e l’ARPAV, finalizzato alla redazione della carta geomorfologica del territorio provinciale.

Il progetto di Carta geo-archeologica della provincia di Treviso nasce dalla precedente esperienza condotta nell’ambito dei progetti Doge e Leo relativi alla provincia di Venezia. La Carta è stata realizzata attraverso la raccolta, l’assemblaggio e la relativa omogeneizzazione dei dati presenti sul territorio provinciale di Treviso con l’aggiunta di nuovi livelli informativi, tra i quali i più rilevanti sono la fotointerpretazione di dettaglio, i dati geo-archeologici e quelli provenienti dalla cartografia storica. Uno dei punti qualificanti della carta è l’interpretazione in senso geomorfologico delle informazioni raccolte sia nel loro contesto evolutivo che nei riguardi dell’assetto geomorfologico complessivo della pianura veneta. Il gruppo di lavoro che ha condotto il progetto ha utilizzato una metodologia che ha impiegato tutti i mezzi sviluppati e messi in atto dalla ricerca geomorfologica, cartografica, topografica e archeologica, ma che orienta analisi e sintesi dei dati secondo un’ottica comune, diversa rispetto alle consuete ricostruzioni geomorfologiche, dove i livelli informativi vengono spesso elaborati disgiuntamente. Tale metodo consente di ottenere la definizione dell’ambiente in tutti i suoi aspetti morfologici ed evolutivi relativamente ai caratteri sia antropici che naturali.

Per ottenere la carta geo-archeologica ci si è avvalsi di specialisti competenti in diverse discipline territoriali che hanno operato di concerto tra loro, consentendo l’uniformità del dato geologico-geomorfologico sulla base di indizi ricavati da fonti anche molto diverse: esperti in geomorfologia, fotointepretazione, telerilevamento da satellite, geo-pedologia, rilevamento del Quaternario, geo-archeologia, archeologia, cartografia storica, topografia antica, cartografia e sistemi informativi geografici.


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