mercoledì, 20 Marzo 2024
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Ezio Ciprian: una mostra e una donazione di opere a Fondazione Cassamarca

Da sabato 23 marzo al 3 aprile, Casa dei Carraresi ospiterà una personale di Ezio Ciprian.

La mostra, a carattere antologico, offre una panoramica esaustiva sulla vicenda espressiva di un artista autentico che, nell’arco di mezzo secolo, non solo opera una sintesi sulle avanguardie del ‘900, confermandone l’assoluto valore storico, ma si apre alle sperimentazioni più ardite dimostrando una curiosità creativa sempre vivacissima. Così, la figurazione sui generis, pregna di suggestioni ed enigmatiche inquietudini post surrealistiche, si scompone e frantuma fino a diventare un caleidoscopio di vivide ombre che paiono il preludio a quelle invenzioni informali che forse caratterizzano di più l’iperbole stilistica di Ciprian. Le ossidazioni dei materiali così come le muffe murali o gli strappi tessutali, sono dunque il paradigma più convincente che identifica la vera vocazione di questo artista eclettico, che coltiva nel proprio mondo interiore un afflato creativo senza limite.

La mostra è curata da Giancarlo Bonomo e Raffaella Ferrari, in collaborazione con Eclipsis Style Project e Club per l’UNESCO di Udine.

L’artista ha donato alla Fondazione Cassamarca dieci tra le opere esposte, tratte dal ciclo “Ombre” che, in un significativo momento di vaga ispirazione figurativa anticipa la vasta indagine informale dell’artista sulla trasformazione della materia.  Si tratta dell’ennesima donazione di opere d’arte ricevute dalla Fondazione dopo quella di Mons. Bortolan e, nell’ultimo anno, quelle dei pittori Dino Gavagnin, Narci Simion, Alexander Kanevsky ed Ernesto Mattiuzzi.

Annotazioni critiche

L’artista è indiscutibilmente coinvolto dal continuo evolversi della realtà materiale e dai segni che ne rimangono incisi. Le superfici materiche diventano così le pagine di un libro che raccoglie la sequenza di innumerevoli istanti, giorni, anni, che si imprimono definitivamente in un qualcosa che rimarrà oltre l’inevitabile svanire dettato dal limite del nostro tempo. Questa ricerca personalissima, vissuta con inequivocabile autenticità, rivela così la forza di un Pensiero ricorrente e dominante che si evince da ogni dettaglio, da ogni ponderata scelta tecnica. L’Arte di Ciprian custodisce e preserva, dunque, tutto il senso di una complessa narrazione interiore, inesprimibile a parole. Pur senza esplicite personalizzazioni esistenziali, essa evoca con chiara eloquenza la verità profonda del mutare di tutte cose, quale specchio filosofico di un Divenire su cui meditare con la comprensione della Mente ed il sentimento del Cuore, due dimensioni complementari che racchiudono in sé il segreto del nostro cammino terreno.  (Giancarlo Bonomo)

Ezio Ciprian dedica un considerevole periodo di ricerca alla tematica delle muffe murali, impegnandosi intensamente nell’analisi metallurgica. Attraverso sofisticate metodologie quali bagni elettrici e ossidazioni indotte dagli acidi, il suo approccio artistico si focalizza sullo studio delle cromie assunte dai metalli. Ne emerge una sorta di microscopia analitica del segno emotivo, un’intricata trama visiva che guida ineluttabilmente il processo creativo.  Il rifiuto dei fondi, giustificato come elemento distrattivo, caratterizza la sua poetica pittorica. La maestria nell’esecuzione della trama, del “Tessuto”, e nelle sottili variazioni cromatiche, oltre alle intricate strutture tonali, si configurano come autentici strumenti investigativi. L’artista si immerge con scrupolosa lentezza e meticolosità nelle intricate mappe della speleologia pittorica, dove il recupero di sentimenti, intesi come tracce di vita, si consuma silenziosamente attraverso attente manipolazioni micrometriche e un controllo assoluto del segno. Nel corso della sua riflessione, l’artista coglie l’importanza intrinseca della storia umana. Non possiamo ignorare i cruciali eventi storici che hanno plasmato le attuali condizioni della società. Ciprian suggerisce che il presente è il risultato di significativi momenti storici, di conquiste da parte di popoli che hanno lasciato un’impronta profonda, perpetuandosi fino all’odierna contemporaneità. La sua opera si configura così non solo come espressione artistica, ma anche come un’indagine sulla connessione tra storia, emozione e tecnica. (Raffaella Ferrari)

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Info sulla mostra

Periodo di apertura: 20 marzo – 3 aprile 2024

Inaugurazione: sabato 23 marzo 2024 alle ore 17.30

Orario: da lunedì a domenica dalle 11 alle 19. Chiusura: 31 marzo e 1° aprile.


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