Dopo lo stop imposto dalle misure di emergenza, sono i ripresi a Ca’ Spineda i lavori per l’allestimento del nuovo spazio espositivo che valorizzerà, rendendolo fruibile al pubblico, l’importante patrimonio artistico della Fondazione Cassamarca.
Ieri si sono completate le operazioni per la collocazione dell’importante tela “Napoleone e il Procuratore Angelo Giustinian”.
L’importanza di quest’opera è molteplice.
Il quadro “Napoleone e il Procuratore Angelo Giustinian” è innanzitutto un pezzo storico per la Fondazione Cassamarca. Fu infatti il primo quadro acquistato dalla Cassa di Risparmio della Marca Trivigiana. Era il 1919 e l’istituto bancario aveva deciso di acquistare questa tela su indicazione dell’abate Luigi Bailo, conservatore del Civico Museo cittadino.
L’opera peraltro era stata realizzata da una illustre concittadina, Rosa Bortolan e il suo acquisto impedì che il quadro finisse venduto all’estero.
Tela di grandi dimensioni, raffigura l’ultimo Provveditore veneto di Treviso in atteggiamento di resistenza dignitosa di fronte alle pretese di Napoleone, riproponendo il celebre incontro avvenuto il 2 maggio 1797 nell’albergo trevigiano Dell’Imperatore, in contrada di Sant’Agostino.
L’opera è datata 1860, come indica il riferimento all’opera in una lettera del marzo di quell’anno della poetessa trevigiana Luigia Codemo, amica della pittrice: «La nostra esimia pittrice Rosa Bortolan ha quasi compiuto il quadro, a cui da qualche tempo, indefessa e appassionata, com’è suo costume, lavorava: quadro che rappresenta un fatto, dirò meglio un detto fiero e onorevole, pronunciato dal conte Giustiniani, al cospetto di Napoleone primo console, vincitore e minaccioso nei giorni dell’agonia di Venezia».
Con l’acquisto della grande tela ottocentesca s’inaugurò una stagione molto intensa, proseguita senza esitazioni negli anni successivi, anche con acquisizioni sul mercato antiquario.
Interessante anche sottolineare che l’opera era di mano femminile. Rosa Bortolan fu in questo una pioniera. Nata a Treviso nel 1817, quando ancora la città era compresa nel Regno Lombardo Veneto, studia all’Accademia di Venezia. Viene subito notata per aver vinto dei premi per il disegno (1843) e per la sua opera d’esordio Maddalena piangente in una grotta.
Dopo essersi dedicata al pastello, passa alla tecnica a olio scegliendo tematiche storiche e religiose come il Transito di San Giuseppe (chiesa di Carpenedo), San Venanzio Fortunato, (1860, chiesa di Valdobbiadene), la Pala di San Giuseppe (1883, chiesa di Santa Maria Maggiore a Treviso). Nota anche come ritrattista ha firmato opere quali: Ritratto del Podestà Giacomelli, Ritratto di Luigia Codemo, Maddalena Goujon all’arpa, tutte oggi conservate presso il Museo Civico di Treviso. Rosa muore a Treviso nel 1892.