Sono i lavori di Marco Cecchini e Anouk Maiano, studenti del Liceo Artistico Statale di Treviso ad aggiudicarsi ex aequo il contest #nonsonounmurales organizzato dalla Fondazione Cassamarca in occasione della celebrazione della Giornata Europea delle Fondazioni.
Le loro opere, votate sui social e dai visitatori che hanno potuto ammirarle a casa dei Carraresi dove sono state esposte nel mese di ottobre, sono state realizzate partendo dall’immagine simbolo della Giornata Europea delle Fondazioni: una mamma che allaccia le scarpe al figlio. Immagine che si può ritrovare anche nel murales realizzato nella parete esterna del Teatro delle Voci a Treviso dai ragazzi di: Fondazione Oltre il Labirinto, Associazione Adelante Onlus e Treviso Bulls Hockey in Carrozzina.
Tra tutte le opere pervenute, ne erano approdate in finale tredici e tra queste quelle di Marco e Manouk sono state giudicate le più belle.
Anouk Maiano, “Il quadrato rosso”, tecnica mista
Con questa interpretazione, basata sullo stencil iniziale, vi è l’idea della ricerca di un futuro costruttivo grazie non solo al sostegno delle comunità, ma anche al supporto di un coetaneo che, come il bambino, è pronto a partire e a guardare al futuro. La bambina seduta sul quadrato nello sfondo vuole rappresentare proprio questo: la ricerca di una strada comune da percorrere insieme.
La scelta della bambina, inoltre, serve a dare una continuità al messaggio dell’opera principale. Il gesto è semplice: guarda in basso, nell’attesa che il bambino cominci questo percorso con lei, come se fossero dei compagni di giochi.
Marco Cecchini, “Dai valore alle tue azioni”, tecnica digitale, programma Procreate
Questo progetto parte dalla volontà di indurre a far riflettere sulla frenesia del mondo odierno, disposto a sacrificare gli affetti per inseguire sogni egoistici autocelebrativi. Il parallelismo tra le onnipresenti azioni bancarie e le azioni genuine di affetto, come quella di una madre che allaccia le scarpe al figlio. La frase “dai valore alle tue azioni” cerca di provocare e far prendere coscienza: si segue un modello consumistico dimenticando che ciò che dà valore alla condizione umana sono, di fatto, le relazioni. Ho scelto di utilizzare pochi colori, evitando contrasti evidenti, dove il nero fa da padrone in un fondo pressoché neutro. I colori sono subordinati all’immagine, che diventa iconica e veicola il messaggio.
Francesca Ghedini ai “Giovedì della cultura”